Più che un problema estetico, la cellulite costituisce un vero e proprio disturbo patologico. Cellulite è un termine improprio con il quale si definiscono genericamente modificazioni del pannicolo adiposo sottocutaneo, localizzate prevalentemente nella regione trocanterica (all’altezza del femore) e supero-laterale delle cosce.
Quando a questo livello si instaura una stasi circolatoria, le scorie prodotte dal metabolismo cellulare non vengono drenate dal sistema circolatorio venoso e linfatico e anche il ridotto flusso arterioso fa giungere meno ossigeno e sostanze nutritive ai tessuti in oggetto.
Le zone interessate vanno incontro ad un processo degenrativo nei diversi strati della cute e delle strutture anatomiche presenti.

Tra le molte cause che possono favorire la comparsa della cellulite ricordiamo:

  • Eccesso di adipe. Trattandosi di una patologia del pannicolo adiposo, anche in relazione allapredisposizione individuale (costituzionale), il sovrappeso può far insorgere fenomeno liposclerotici.
  • Alimentazione scorretta. Quando il fegato è sovraffaticato non riesce a disintossicare l’organismo e le tossine tendono a disintossicarsi negli spazi intercellulare e favoriscono l’insorgere della patologia.
  • Vita sedentaria. Ogni esercizio fisico aumenta la portata circolatoria per aumento della richiesta di ossigeno da parte dei muscoli che bruciano energia tratta anche dalle cellule adipose. La mancanza di attività fisica per tali ragioni, provoca un aumento del rischio patologico.
  • Stress. La tensione psico-fisica altera le funzioni ipotalamiche che regolano l’equilibrio neurovegetativo, comprese le secrezioni ormonali, aumentando la ritenzione idrica, causando insonnia o irritabilità, aumento irrazionale dell’appetito e diminuzione delle difese immunitarie.
  • Igiene di vita. Fumare, bere troppo caffè e alcolici, non rispettare i ritmi fisiologici, indossare indumenti che ostacolano la circolazione o obbligano a posture errate, assumere spesso farmaci, anche senza reale necessità, tutto questo può portare all’insorgenza della patologia per ristagno tossinico, non adeguatamente drenato.
  • Alterazioni ormonali. Disfunzioni ipofisarie, tiroidee o ovariche (compreso uso prolungato di farmaci estro-progestinici) producono un accumulo di liquidi interstiziali.

Il trattamento biomesoterapico si attua, di norma, con un ciclo di almeno 10 sedute consecutive, 1 volta alla settimana, continuando con una seduta ogni 2 settimane per altri 3 mesi. Come mantenimento si consiglia di ripetere trattamenti di richiamo di 4 sedute, 1 alla settimana, 1-2 volte l’anno.

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